domenica 26 luglio 2009

Sentire con la pelle

Ci viene naturale a chiederci se un cieco non può godersi un tramonto in montagna, se ne assapora la frescura, la brezza, e gli animali notturni che iniziano a cantare? Se si associano le parole “sordità” e “musica” solitamente ci vengono in mente un pò di cose : “inutile” e “Beethoven”. Diciamo che i sordi amano andare a ballare in discoteca, ad esempio. Ed è proprio il ritmo la chiave: esso è quella parte della musica, che si affianca alla melodia, che i sordi percepiscono, nonché la parte più intima e primitiva della musica, quella fatta di tamburi e percussioni e un pizzico di irrazionalità.
Ma senza lasciarci trasportare dal lato romantico della questione, vediamo molto brevemente cosa accade nel cervello di una persona sorda. Test scientifici condotti mediante l’esposizione di pazienti sani e pazienti sordi a delle vibrazioni sulle punte delle dita hanno mostrato come nei primi l’area del cervello ad essere sollecitata fosse quella tipica che elabora le vibrazioni, ma nei pazienti sordi si attivava anche la corteccia uditiva, preposta all’elaborazione dei suoni. Quella parte del cervello non cade quindi in disuso, semplicemente viene a svolgere una funzione diversa. Del resto sono note le straordinarie capacità di adattamento del nostro corpo a situazioni di svantaggio. Non è solo dalle orecchie, dai timpani, che si può sentire. I sordi, specialmente quelli dalla nascita, sviluppano capacità uditive in altre parti del corpo, come appunto nei polpastrelli. E in effetti i polpastrelli sono membrane di pelle, né più né meno dei timpani. Un neonato probabilmente sente il mondo anche attraverso di essi, dovendo ancora imparare a codificare gli stimoli che gli arrivano, e solo successivamente i polpastrelli perdono questa loro capacità per lo sviluppo di altri organi uditivi.
I bambini sordi traggono grandissimo beneficio dall’utilizzo della Musicoterapia, tecnica che utilizza la musica come strumento terapeutico a vantaggio del paziente. Il più grande problema delle persone che nascono o sviluppano questo tipo di handicap è il rapportarsi col mondo esterno, non avere punti di riferimento sul quale costruire la propria realtà. Attraverso il ritmo della musica si può insegnare a un bambino sordo a migliorare la propria condizione e la propria percezione dell’ambiente, ad aumentare la sua soglia d’attenzione e a migliorare i rapporti che andrà a costruire con altre persone. I sordi sono attirati dalla musica, e il più grande ostacolo che possano trovare non è la sordità, ma i pregiudizi dei parenti e persino dei medici. Del resto, quanti genitori sottoporrebbero il loro figlio sordo a sessioni di musicoterapia? La musica non è un patrimonio esclusivo di chi la sente con le orecchie, è un patrimonio per tutti coloro che la sentono. Queste vibrazioni che i sordi percepiscono della musica gli permette un accesso al mondo e quindi non sono condannati a vivere nel silenzio o nell'isolamento. Inoltre Luigi pure essendo avendo u padre italiano e una madre francese, ha il primo linguaggio è stato la lingua dei segni e sin da bambino la sua grnade amica è stata proprio la musica diventata parte di lui ed anche il suo messaggio. Egli ha sempre cantato anche nella lingua dei segni, adattando coregrafie a canzoni che fanno parte tuttora dl suo background musicale fino a quando ha sentito la necesità di creare un suo repertorio avvicinando a tutti nessuno escluso. questa sua arte. Questo perchè cantare con la voce e con le mani crea un nuovo mondo di ascolatre la musica con gli orecchi.


I SEGNI IN MUSICA




Nessun commento:

Posta un commento